lunedì 3 novembre 2014

Recensione "L'ultimo fiore dell'anima" di Anna Melis

Buon inizio di settimana, lettori! ^^ Come avete passato il weekend?! Spero bene! :) Dunque, quello di cui vi parlo oggi è un libro che dopo aver scoperto mi ha attratta a sé come un calamita, tanto da richiederlo alla Frassinelli che ringrazio immensamente di avermelo gentilmente inviato. Ecco quindi la recensione! ^^

Titolo: L'ultimo fiore dell'anima
Autore: Anna Melis
Pagine: 292
Editore: Frassinelli
Anno di pubblicazione: 2014
ISBN: 9788820057220
Prezzo di copertina: € 16,50

Trama: "Nonostante il vento che le percuoteva l'anima, Ilde Zedda era una donna salda. Come una roccia, faceva parte del Monte". È lì, sull'Ortobene, la sua casa. Lì, la sua prigione, tra arbusti voraci e olivastri contorti. Cresciuta dalle suore, in quella terra ostile Ilde è un'"istranza", una forestiera. Lei che ha capelli biondi e pelle chiarissima è diversa dalla gente del posto, che la guarda con diffidenza. Costretta in sposa poco più che fanciulla a un uomo rude e ignorante, Ilde non sa cosa siano la libertà, il rispetto, il piacere, l'amore. Al suo isolamento contribuisce ancor più la malattia: le crisi epilettiche che agli occhi di tutti sono come una possessione demoniaca. Eppure, le visioni di uno schieramento d'angeli non sono solo una condanna, ma un modo per rifugiarsi altrove. "Nelle sue fantasie Ilde cercava di cavar fuori qualcosa che assomigliasse alla vita". Forse è solo un desiderio di felicità che trova spazio nei suoi sogni ma, per quanto anche questo rappresenti una maledizione, si trasformerà infine nel suo più potente alleato. Crescerà in lei il bisogno di emancipazione e le darà la forza di sperare in una vita fatta di sentimenti autentici. Fino a mostrarle l'uomo che saprà dialogare con il suo spirito irrequieto, restituendole il diritto di amare. L'uomo per cui non valga solo la pena morire, ma quella di vivere.
 Voto:



Tempo fa, sul retro de Il cavaliere d'inverno (libro che mi ha introdotto e fatto amare l'ambientazione di primo '900), ho letto la frase "Ci si commuove, ci si arrabbia e poi si applaude": sono le stesse emozioni che mi ha trasmesso questo libro quando l'ho terminato.


La storia narra di Ilde Zedda, ritenuta un'istranza dalla comunità nuorese, solo perché figlia di uno straniero e perché bionda di capelli. Cresciuta in convento e fatta sposare a Zuonnantoni, capofamiglia dei Caria e uomo rozzo e crudele, viene continuamente abusata dal marito e dai fratelli di lui. Costretta a una vita solitaria e succube, sui monti dell'Ortobene, pregando il Redentore, dopo varie e dolorose circostanze, Ilde riuscirà forse a trovare l'amore vero, sincero, onesto e ricambiato che da una vita aspetta/le spetta.

Confesso che inizialmente ho trovato la scrittura di Anna Melis difficile, ma una volta introdotta alla storia e al suo stile non propriamente facile (che alla fine ho inevitabilmente finito per amare) non ho più fatto fatica a seguire la narrazione. 

La vicenda è ambientata nella Nuoro degli anni '30, precisamente nel 1937. L'autrice però, dice chiaramente che i riferimenti storici sono frutto della sua fantasia e che è possibile trovare anacronismi e imprecisioni, non avendo, il suo romanzo, uno scopo documentaristico. Per me che adoro le ambientazioni di inizio '900, la cosa non mi ha dato nessun fastidio, anche perché, e qui confesso la mia ignoranza, non avevo mai letto nulla ambientato in Sardegna, né tanto meno in questo contesto storico.
Monte Ortobene, statua del Redentore, Nuoro.
La Melis riesce egregiamente a ritrarre dei personaggi unici e indimenticabili: Ilde stessa è una donna molto complessa, sia per la vita che ha sempre vissuto, sia per la malattia che da sempre la affligge (soffre di epilessia) e a causa della quale viene ritenuta un'indemoniata agli occhi della gente, sia per la sua bellezza fisica: questo le porterà tanti problemi e la porterò a odiarsi lei stessa. Fra gli altri personaggi spiccano Zuannantoni, suo primo marito. Personaggio violento, ignorante, stupido e rozzo, non si riesce a volergli bene, ma dall'altra parte non si è neppure portati ad odiarlo considerando che da un certo punto di vista l'uomo stesso è vittima del contesto storico, culturale e anche per quanto riguarda le aspettative familiari e paesane. Luigi Sanna è uno dei pochi personaggi, così come la madre, Eleonora Sanna, ad essere indefinibile, almeno per me. Considerato il Bello d'Ogliastra, è il latitante/balente della situazione. Abbiamo poi Aurelio Maxia: uomo viscido, codardo e senza rispetto per nessuno se non per sé stesso. Infine troviamo lui, Mariano Collu: direi quasi il principe azzurro del romanzo, che purtroppo ci godiamo per troppo poco tempo. Il suo unico discorso mi ha commossa quasi fino alle lacrime. 
I personaggi maschili che la Melis crea rappresentano ognuno una diversa faccia dell'amore: Zuannantoni rappresenta l'ignoranza e la violenza, Luigi Sanna l'amore passionale, Aurelio Maxia rappresenta la vigliacchieria e la cupidigia, Mariano Collu rappresenta l'amore vero ed eterno.

L'ultimo fiore dell'anima è il secondo romanzo di Anna Melis, classe 1974. Ha studiato medicina a Bologna, dove vive e insegna e il suo primo romanzo è stato Da qui a cent'anni (che provvederò al più presto di comprare).

Da quanto si è potuto capire, quindi, ho amato e divorato questo romanzo, riuscendolo a trovare perfetto sotto ogni punto di vista. Inutile dire che lo consiglio, ma precisamente a chi ama le ambientazioni di primo '900, a chi piace leggere di storie di donne e in conclusione a chi non ha paura di affrontare un testo bello, delicato e ogni tanto complesso che rende questo libro un piccolo gioiello da amare e custodire.




1 commento:

  1. Non penso che leggerò questo libro, perché non è proprio nelle mie corde, almeno per il momento, ma complimenti per la recensione, leggerla è stata un vero piacere! :)

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